Rinaldo Lombardo Scultore Cieco

Rinaldo Lombardo

Lombardo Rinaldo

Rinaldo ama definirsi: GIOVANE Scultore cieco di 84 anni.

- Nasce ad ALESSANDRIA D’Egitto, da genitori italiani e mantiene la cittadinanza italiana.
- Pratica lo sport agonistico del ciclismo e diventa campione d’Egitto.
- In Conservatorio studia pianoforte con Piero Guarino e con la sua direzione orchestrale, esegue il Concerto per pianoforte ed orchestra n. 1 in Mi b di Liszt. Passa l’esame dell’8° anno con Francis Poulenc.
- Studia canto con il Maestro Frazzi di Firenze.
- Studia per Perito Tecnico, in parte alla Feltrinelli di Milano, in parte alla Leonardo da Vinci di Firenze.
- Con il maestro Sodano studia disegno e pittura.
- Alla Università dei seminaristi di Firenze segue un corso di Paleontologia e Antropologia.
- Diventato cieco, ascolta 120-140 libri all’anno, letti dai volontari dell’Archivio di Brescia.

Tra le attività svolte:
Disegnatore tecnico in una stamperia di materie plastiche, durante le vacanze scolastiche;
Vende porta a porta aspirapolvere, per 1 anno, durante il quale si libera della sua timidezza e vince per 2 volte il gettone d’oro quale miglior venditore della ditta, in Italia, del mese;
Impiegato poi promosso a Direttore di una agenzia di servizi a Milano;
Tassidermista con numerose opere a grandezza naturale al Museo della Agricoltura Etrusca di Lodi;
Realizza in proprio una fattoria agricola modello con: olivi, allevamento chiocciole, abeti per Natale, castagne, noccioli tartufati, noci di Sorrento. Purtroppo al momento del primo raccolto della produzione, tutto va distrutto per una storica gelata con temperature che toccano i 22 gradi sotto lo zero. Desiste dal ricominciare;
Apre una ditta in proprio di Cartellonista pubblicitario con decorazione automezzi, vetrine, insegne;
Con la voce di basso profondo, canta in numerosi concerti, nelle più importanti Chiese di Firenze e della Toscana.. Tra questi concerti uno, nel Duomo di Siena, merita una particolare menzione, nella esecuzione del Requiem di Mozart con i Maestri Gabbiani e Leitner, entrambi della Scala di Milano;
- Scrive 6 libri, ma per scelta ne pubblica 1 solo “Come vede un cieco”.

Fin da piccolo ama giocare con la Plastilina, con la mollica di pane, poi passa all’Argilla e al gesso. Nella sua evoluzione di scultore, ama provare tanti materiali. Così realizza:
Un Pinocchio a dimensioni umane, con materiale di scarto, i tubi in ferro di una biblioteca disfatta + 2 lattine da caffè, martellate per fare il viso e il cappello;
2 Pesci Spada in salto, con Marmo Bardiglio nuvolato;
1 Elefantino realizzato con 5 metri ininterrotti di filo di ferro zingato, senza interruzioni o saldature;
1 volto con corteccia d’albero;
Con truciolo di legno, formato con spago, realizza, a grandezza naturale, 1 Bambi e la “Spensieratezza in paglia” ( il nipote dello scultore, seduto ).
Nel periodo in cui Rinaldo lavorava come Tassidermista, scopre la VETRORESINA e da questo momento realizza le sue opere più grandi: 1 Toro alto cm. 230 al garrese – testa di Cervo maschio adulto, a parete – “Prigioniero di me stesso” – “Violoncello decurtato” – “Cane dormiente”- “L’Ancora della mia vita” – “Il Pagliaccio” – “Autoritratto” – Testa di Gorilla femmina – “ La Resistenza” – “Corridore ciclista” – “Il cieco”.

Le opere più importanti lo scultore le realizza dopo essere diventato cieco, ed essere uscito dalla crisi depressiva che rasenta l’ipotesi del suicidio.
Rinaldo ha sempre rifiutato le offerte economiche e non ha mai voluto vendere le sue opere. Solo ha realizzato “L’Intelligenza emotiva”, su commissione gratuita del Rettore dell’Università di lettere di Firenze. Questa scultura È stata regalata al Presidente della Università di Yale ( USA ) e si trova in quella Presidenza.
Rinaldo si diverte realizzando le sue idee, la maggior parte delle opere esprimono un concetto filosofico-emotivo ( Amore PESCI SPADA – violoncello – Prigioniero – La Resistenza – L’Ancora della mia vita – Intelligenza – La mia nuova vista – Il Cieco - Nonno e nipotino - Buongiorno alla vita.)

Nelle sue sculture, Rinaldo non ama la staticità e cerca sempre il movimento plastico. Poi, per dare un movimento armonioso alla statua, ama togliere parti delle forme alla scultura, lasciandola immaginare completa a chi guarda l’opera Vedi il Violoncello – Corridore ciclista – il Cieco – il Prigioniero, il Galletto.

Il “Corridore ciclista” è stato realizzato ricordando il passato ciclistico dello scultore. La statua doveva essere collocata in un appezzamento agricolo di proprietà di Rinaldo, per poi contenere le sue ceneri in forma anonima. Quando la foto della statua è stata vista dal Sindaco, per le dovute concessioni, è stato proposto lo spostamento nella piazza di Greve in Chianti, dove è attualmente.
Fallito il progetto di collocare in futuro l’urna con le ceneri, lo scultore ha realizzato una nuova statua per la collocazione delle ceneri: il “Nonno e nipotino.”. Sembra però che ancora le ceneri non abbiano la loro futura collocazione. Infatti, alcuni amici residenti in Piazza Gualfredotto, a Firenze, vista la statua finita, hanno subito immaginato la sua collocazione nella loro piazza, anche per il tema trattato.
Rinaldo non intende rinunciare alla collocazione delle sue ceneri, così continua a produrre nuove opere: la fantasia non gli manca.  

Sculture

Libri

Angina Pectoris

Perché scrivo questo libro.
Ho sessantacinque anni. Sono sempre stata una persona attiva, sana, uno sportivo. Difficilmente sono ricorso ai medici, se non per condividere l’allegria nelle consuete cene tra amici. continua... 



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Primo
      Viaggio

Una coppia di amici, Giovanni e Alessia, con i quali condividiamo molte delle nostre ore allegre e spensierate, ci hanno convinti ad andare in Grecia con loro.
Noi partiremo in aereo e loro più tardi, ci raggiungeranno in moto.
Silvia si occupa per le prenotazioni dei treni e degli aerei, degli orari, delle coincidenze, della biancheria da portare, dei calzini, delle camice e pantaloni da stirare, delle valige, della merenda per il treno, ecc. ecc. ecc. Io sono pronto.. continua...

Un cieco
             in giro
per
Firenze.

Perché scrivo questo libro.
Sono cieco e mi capita spesso di andare, da solo, in giro per Firenze.
Regolarmente vivo incontri degni di essere raccontati. Così ho pensato di incominciare a scriverli, di volta in volta.
Andiamo a spasso insieme. continua...

COME VEDE UN CIECO

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Incontri con personaggi famosi


Durante le sue tante esperienze di vita, Rinaldo ha incrociato la strada di numerosi personaggi famosi.
Il mio Maestro di pianoforte al Conservatorio, Piero Guarino, diventerà un famoso direttore della cattedra di perfezionamento pianistico al Conservatorio di Parma.
Chi non conosce il famoso compositore Francis Poulenc ? All’esame dell’ottavo anno di pianoforte, come Presidente della commissione esaminatrice, io ho avuto Poulenc. Dopo aver suonato tutto il programma previsto, io concludo con l’esibizione di un brano di Debussy. Terminata l’esibizione, Poulenc mi raggiunge al pianoforte, con la sua stilografica aggiunge un accento su una nota, non previsto nello spartito, dicendomi che lui lo preferiva. Sedutosi al pianoforte mi mostrava l’esecuzione, Poi mi invitava a provarci io. Terminata la breve mia prova, Poulenc si complimentava con me, ritornava al tavolo della commissione e mi dava il massimo voto possibile. Conservo ancora lo spartito con l’accento, come fosse un autografo.
Il mio insegnante di canto è stato il Maestro Frazzi, famoso per aver lanciato in carriera numerosi cantanti d’opera. Tra questi Gino Bechi, Rolando Panerai ed altri. Un giorno, mentre aspettavo il turno della mia lezione, sento la inconfondibile voce del mio idolo: Gino Bechi. Si può immaginare la mia euforia ? Ancora di più: sto per incontrarlo di persona. Poco dopo escono il maestro e Bechi. Il maestro dice: “Gino ti presento un giovane promettente, Rinaldo”. Con mia grande sorpresa, il mio idolo, molto modestamente, si toglie il cappello, si inchina verso di me, mi stringe la mano e dice: “Piacere, Gino Bechi”. Io non so cosa ho farfugliato, ma so che non capivo più niente.
  Con le mie esperienze di cantante, ho avuto varie occasioni di cantare sotto le direzioni di naestri più o meno famosi, ma ne cito solo tre.
Al Duomo di Siena, ho avuto l’onore di cantare in una edizione rimasta celebre, del Requiem di Mozart. Tra solisti, coro e orchestrali, eravamo oltre 160 musicisti. La preparazione alla interpretazione, è stata curata dal Maestro Gabbiani, della Scala di Milano. E’ stata una esperienza indimenticabile. Alla prova generale ed al concerto, altra meravigliosa esperienza, con la direzione del Maestro Leitner, anche lui della Scala di Milano.
Un altro direttore famoso incontrato nelle mie esperienze musicali è stato il Maestro Riccardo Chailly. Attualmente è il Maestro Direttore Musicale della Scala di Milano, nonché primo Direttore d’orchestra dello stesso Teatro e ambito dai più famosi teatri del mondo. Siamo al Duomo di Fiesole. Con il Maestro Chailly abbiamo provato il brano che eseguiremo. IN TV RAI Corrado Augias conduce una trasmissione su Mozart. Ad un certo punto il conduttore annuncia la nostra esibizione, consistente in un brano dal Re quiem di Mozart. Si è trattato di una breve, ma meravigliosa esperienza.
L’incontro con il famoso violinista Salvatore Accardo, è stato onorevole, ma non interessante. In veste di direttore d’orchestra, il violinista ci ha diretti nella esecuzione di Scheherazade di Rimsky Korsakov. . Fin dall’inizio tra noi e il maestro non abbiamo avuto un rapporto di armonia. LUI è arrivato sul podio e senza neanche salutare ha dato inizio all’esecuzione. Analogamente, terminata l’esecuzione, ha girato le spalle e se ne è andato via. Tengo a dire che la esecuzione di tutti i musicisti è stata perfetta ed avremmo potuto esibirci anche senza un direttore, tanto buona era la nostra preparazione.
Anche nella pratica dello sport agonistico, il ciclismo, ho avuto un paio di incontri con personaggi importanti. Io ho appena vinto il campionato d’Egitto. In veste di campione nazionale, ho il diritto a partecipare al primo Giro ciclistico d’Egitto. La gara ha carattere internazionale perciò partecipano i corridori inglesi, francesi, danesi, etiopi, belgi. Proprio tra i corridori belgi c’è VanCauter, che qualche mese dopo vince il campionato del mondo. E’ un bel ricordo pensare di aver gareggiato con il campione del mondo.
Sempre nell’ambito del ciclismo, siamo nel 1956. Io sono appena arrivato in Italia. Esco per uno dei miei primi allenamenti. Ho appena superato Desio, quando vedo davanti a me un gruppo di corridori. Non faccio fatica a raggiungere il gruppo. Quello che vedo mi manda in visibilio. Si tratta di un gruppo di famosi campioni, che io riconosco subito, per averli sempre seguiti sui giornali sportivi. Riconosco il più famoso, perché ha vinto tutte le gare del mondo, compresi i Giri di Francia e d’Italia: è Fiorenzo Magni. Emozionato mi affianco al campionassimo. Lui mi guarda e sorride. Poi mi dice che per averli raggiunti, vuole dire che vado forte. Poi guarda la mia posizione in bicicletta e mi dice che pedalo bene. Ringrazio, ma non sto nella pelle. Fiorenzo mi mette a mio agio, chiedendomi di dargli del tu. I l colloquio prosegue chiedendomi chi sono e come mai porto la maglia azzurra della nazionale con il tricolore sulle maniche . Spiego a Fiorenzo che sono appena arrivato dall’Egitto, che ho vinto quel campionato e mostrando la scritta PIA sulla maglia dico che è la maglia della Palestra Italiana Alessandria, ovvero i colori della mia squadra. Avendo,mi chiesto dove sono diretto, spiego che intendo scalare il Ghisallo, poi scendere verso Como, fare tutto il giro del lago e ritornare a Milano. Fiorenzo qua mi sorprende proponendomi di rinunciare al mio programma e di unirmi a loro, che staranno fuori tutto il giorno. Io spiego che sono uscito senza soldi e che a casa mi aspettano a pranzo e non vedendomi arrivare avrei messo tutti in ansia. Fiorenzo insiste dicendo di non preoccuparmi per il pranzo perché sarei stato suo ospite. Immaginate ? Ospite di Fiorenzo Magni ! Purtroppo a casa mi aspettavano e non ho potuto accettare l’offerta. Nel tempo, ripensando all’episodio,immagino che se avessi accettato di andare con Magni, probabilmente la mia vita avrebbe avuto un altro corso. Con le referenze di un personaggio quale Magni, avrei fatto il corridore professionista, e forse avrei potuto diventare anche io un acclamato campione.
- Nel periodo durante il quale ero direttore di una Agenzia di servizi, a Milano, io ho avuto numerosi incontri, anche se brevi. In particolare ricordo parecchi attori famosi, tra i quali Aldo Fabrizi, Carlo Delle Piane, Gino Bramieri, Sandra Mondaini, il baritono Ettore Bastianini, il cantautori Lucio Dalla e Umberto Bindi. Con l’attore Mario Carotenuto il contatto è stato più prolungato. Lui recitava, a Milano, nella commedia “Il Rugantino”, così alloggiava all’albergo Plaza, accanto al nostro ufficio. In maniera molto naturale Mario ha preso l’abitudine di venire a passare tutti i pomeriggi in nostra compagnia. Nel rispetto del nostro lavoro , era spassosissimo ed eravamo diventati amici.
Con Walter Chiari è stato un incontro rientrante tipicamente nel suo carattere. Parlando con lui di cani e saputo da me che mio fratello aveva un Mastino Napoletano, mi ha chiesto di vederlo. Walter non sapeva di avere di fronte un animale poco socievole. Malgrado fosse stato avvertito da mio fratello di stare in guardia, Walter ha voluto fare le coccole al cane. Quest’ultimo, per qualche secondo si è sorpreso, ma non accettando la troppa vicinanza, con uno scatto fulmineo, con un morso ha agguantato la manica di Walter. Inutilmente Walter gridava di lasciarlo e cercava di liberarsi dal morso. Se mio fratello non fosse intervenuto, rotando il collare per togliere il fiato alla bestia, Walter Chiari avrebbe avuto dei grossi problemi.
Qua consentitemi un incontro scherzoso. In occasione di un mio viaggio nell’Antico Egitto, ho incontrato un personaggio molto famoso: TOTANCAMON. Era sdraiato, avvolto dalle bende, così che non ho potuto capire dall’espressione, se la mia presenza fosse gradita.

Concerto per pianoforte ed orchestra di Listz
n. 1 in Mi bemolle Maggiore.

Concerto per pianoforte ed orchestra di Listz
n. 1 in Mi bemolle Maggiore.
Nella programmazione per il Diploma di Pianoforte, che nel 1956 sto preparando, è prevista l’esecuzione di un concerto per pianoforte ed orchestra.
Il Maestro Piero Guarino, Direttore del Conservatorio e mio insegnante, dimostrando una notevole fiducia nei miei mezzi, mi affida quello di Listz, il n. 1 in Mi bemolle Maggiore. In assoluto è uno dei più difficili concerti per pianoforte ed orchestra. Presenta notevoli difficoltà di tecnica esecutiva e di interpretazione. Mi appassiono e mi dedico interamente a questo studio. Mi rendo subito conto che non sarà una passeggiata, ma non devo deludere il Maestro Guarino. Il sudicio che si è accumulato agli angoli dello spartito qua allegato, dimostra le tante ripetizioni dei passaggi, per ottenere una buona esecuzione.
Le prove di studio si svolgono nella classe collettiva, che per l’occasione si presenta sempre gremita. Studenti ed insegnanti vengono apposta per segyure i miei progressi e le mie esecuzioni. Si arriva così al giorno del concerto. Faccio numerose prove con il Maestro Guarino con due pianoforti: uno per me, l’altro per il Maestro simulando la partitura dell’orchestra.
La prova con l’orchestra sinfonica della città di Alessandria, mi trova molto emozionato. Devo suonare con professori che per primi mi giudicheranno. La direzione è del Maestro Guarino. Dopo la mia presentazione all’orchestra, iniziamo la prova e solo qualche interruzione è necessaria per accordare tutti insieme. Si arriva al concerto. L’Intero conservatorio tifa per me. Molti sono gli incitamenti, ma io sono un automa e non so chi sto ringraziando. Gli ultimi incitamenti sono quelli del Maestro Guarino, dietro le quinte del teatro Mohammad Aly, gremito di pubblico.
Da quello che poi mi si dirà, l’esecuzione è perfetta ed il pubblico è impazzito: sembra di essere im uno stadio. Anche l’orchestra mi applaude con il tradizionale battito dei piedi.
Per varie vicissitudini successive, non avrò più occasione di suonare ancora con l’orchestra.

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